Sentenza-choc, i cavalli a Montecatini
non possono essere allenati
HANNO PERSO i cavalli, ha vinto l'arroganza di un gruppo proprietario. Una sentenza-choc come quella firmata dal giudice di Monsummano consentirà a Trenno di proseguire nello sfratto dei cavalli dall'ippodromo Sesana di Montecatini. Quello dei lucchetti alla pista è un atto arbitrario, del tutto illegittimo. E' una sentenza choc perchè strappa le pagine scritte dal legislatore. Il codice civile non sembra lasciare spazio a dubbi o divagazioni. E' chiaro: all'articolo 1168 parla di azione di reintegrazione concessa al possessore contro colui che lo ha privato del possesso in modo violento (contro la volontà del possessore) o clandestino. Non è forse un modo violento o clandestino quel serrare la pista con i lucchetti nella notte tanto da provocare al mattino l'immediato intervento della Polizia e della Forestale?
Con la sentenza del giudice di Monsummano non perdono solo i cavali. Esce sconfitto anche il diritto, la sua interpretazione logica e quella dottrinale degli studiosi di giurisprudenza. La storia dei fatti, riportati ampiamente in questi mesi dai quotidiani locali e da alcuni siti ippici, evidenzia come Trenno abbia palesemente violato gli articoli del codice civile, a partire dall'articolo 1571, che regolano il contratto di locazione. Il diritto del conduttore (ogni allenatore/guidatore del Sesana) al godimento dei beni è stato schiacciato dal locatore (la società di corse) che facendo ciò viola anche gli articoli 1575 e seguenti del codice civile che "obbligano il locatore a garantire il pacifico godimento della cosa locata". Significa che deve astenersi da comportamenti che possono procurare disagi o disturbi.
Qui c'è in ballo anche la salute psicofisica dei cavalli, impossibilitati a svolgere quell'esercizio fisico indispensabile ad un soggetto come il cavallo/atleta costretto a lungo inattivo in un box. Non è soltanto una vertenza società di corse/operatori, non è soltanto una sentenza-choc che premia gli abusi di un dominus aziendale che ha smarrito la mission ippica e applica il metodo-Marchionne. E' qualcosa di piu'. Perchè una sentenza così apre la strada ad uno scenario ed ha una valenza ambientale. Impatta su un mondo, quello degli ippodromi, come un nuovo modo di fare sistema. Via i cavalli dagli ippodromi, poi la dismissione delle piste in crisi proseguendo con licenziamenti del personale e con togliere identità a quell'ippodromo.
Cosa significa? Che la stagione di Montecatini si riduce a 5 mesi nel 2013, che interrompi il flusso di comunicazione con il territorio e non presenti con una conferenza stampa la stagione in notturna. A Cesena, a Merano, a Deauville, a Baden Baden, nelle cittadine turistico-termali dove batte forte il cuore dei cavalli, dove pulsa ancora l'estate delle belle corse, si fa così. Si comunica, si mette in relazione l'ippodromo con la città. A Montecatini la gente non sa quando ci sono le notturne perchè non ci sono manifesti, locandine. Il calendario è diventato qualcosa di clandestino.
Anche i cavalli del Sesana hanno diritto a stare lì e ad essere allenati. Questo è un momento delicato. E dopo questasentenza ancor di piu'. O si sta di qua o di là. Noi stiamo dalla parte dei cavalli. E' per questo che diciamo a Gabriele Baldi, al Presidentissimo degli allenatori guidatori che questa battaglia di civiltà ippica ha combattuto con passione fin dal primo minuto, di preparare una petizione intitolata 'DIFENDIAMO IL DIRITTO DEI CAVALLI A RIMANERE ALL'IPPODROMO DI MONTECATINI E AD ESSERE ALLENATI". La firmeremo e la porteremo tra la gente di Montecatini.